Family friendly

Ti rendi conto che il mondo umano è diviso in due macrocategorie fondamentali solo quando dall’una passi all’altra. Il processo è irreversibile, e ti fa salire di livello in un attimo. Il preciso momento del passaggio cambia da persona a persona, per alcuni è identificabile nel momento in cui il solo pensiero ti sfiora, per altri quando vedi l’esito del test di gravidanza, altri ancora alla prima ecografia, e gli attendisti realizzano solo nel momento in cui i loro occhi si incrociano con quelli della propria creatura.

Sono tutti momenti emozionanti e determinano il passaggio da uno status di non genitore a quello di genitore. Due mondi paralleli. Il primo non capirà mai fino in fondo il secondo finché non ci sprofonderà dentro, al momento giusto. Il secondo guarderà il primo dall’alto in basso per la maggior parte delle volte, altre volte invece desidererà di tornare solo per qualche ora nel primo…ma mettetevelo in testa, la cosa è impossibile. Niente, nada, rien va plus, aufidersen, bye bye!

Il mondo del genitore ti apre dimensioni e livelli mai visti, tutto ciò che ti circonda assume immediatamente una valenza diversa: i suoni, i sapori, le luci, gli odori…il genitore inizia un processo di crescita che è in simbiosi con quello del proprio bambino e tutto ad un tratto la ricerca spasmodica della “sicurezza” diventa il suo pane quotidiano.

Family friendly rientra in quest’ottica. Certo il discorso potrebbe essere più lungo ed articolato, ma questo non vuole essere un manuale per il buon genitore, non ne ha la pretesa. La parola family friendly se l’avessi vista prima,  quando appartenevo al mondo dei non genitori, su un una rivista, sul web o sentita in televisione, probabilmente mi sarebbe sfuggita nel 99% dei casi. Adesso invece alzo le antennine, alla ricerca di questo appellativo, o di qualcosa che ritengo possa averne i requisiti.

Family friendly significa pensato per le famiglie, per le nostre esigenze, per risolvere e facilitare le nostre criticità. Significa, poter fare quello che facevamo quando eravamo nella sfera dei non genitori, aggiungendo qualcosa in più, come l’intima felicità di poter condividere con i nostri bambini delle esperienze da grandi; un pranzo fuori, la visita ad una mostra, una gita fuori porta, uno sport, una danza, e godere nel vedere le loro espressioni di meraviglia. Tutto ciò senza essere in qualche modo emarginati, ignorati o schivati dalla società, ma al contrario, sentendosi coccolati ed amorevolmente accolti. Esistono già dei meravigliosi siti e blog che ci guidano alla scoperta di questi luoghi e di queste persone, e l’unico modo per dimostrare a loro la mia immensa  gratitudine per avermeli fatti conoscere è quello di scoprire ed indicare a mia volta altri luoghi e persone che fanno dell’attenzione al benessere delle famiglie la loro professione.

La condivisione, lo sharing che va tanto per la maggiore adesso soprattutto sui social media e che si sta caricando un po’ troppo di solitudine, noi la vogliamo esternare, partecipare, promuovere. Perché il gusto di condividere le cose è forse la più profonda soddisfazione dei nostri desideri.

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