Quando viene papà te la vedi con lui!

Un paio di giorni fa io e mio marito abbiamo partecipato ad un seminario proposto dalle educatrici del nido di Viola. Il titolo era “Quando arriva papà te la vedi con lui“, sottotitolo “il ruolo di mamma e papà nel dare le regole“.

Due psicologhe dell’associazione Il Nido e il Volo di Roma, hanno illustrato a noi genitori un percorso di evoluzione della figura paterna, ritenuta fino a qualche tempo fa marginale nell’educazione dei figli e nella gestione familiare in generale perché totalmente incentrata alla soddisfazione del fabbisogno della famiglia. Una volta il padre di famiglia si interessava poco dei figli, qualche secolo fa a mala pena ne conosceva i nomi, la famiglia era di tipo allargato e quindi all’educazione e alla cura dei bambini provvedevano esclusivamente le donne: mamma, nonna, zie, sorelle maggiori. Il ruolo del padre era puramente normativo, dettava le regole e demandava alla madre il controllo di tali regole. Man mano la situazione è cambiata, per fortuna!

Con l’emancipazione femminile e l’entrata preponderante delle donne nel mondo del lavoro, (definizione questa che andrebbe un pochino sviluppata), l’uomo ha assunto per forza di cose un ruolo sempre più importante anche all’interno della famiglia, in termini di accudimento dei figli e di gestione delle faccende domestiche.

Questo ha comportato anche un coinvolgimento affettivo superiore nei confronti dei figli, che vengono maggiormente vissuti dai papà. Soprattutto per quanto riguarda l’aspetto ludico. Eh già. Perché durante la riorganizzazione dei ruoli, a lui è toccata la busta verde, quella con su scritto “Peter Pan: complimenti, a te tocca giocare con i figli!“, mentre alla donna la busta rossa: “Rompiballs: complimenti a te tocca insegnare, rimproverare, far rispettare le regole, dire di no, svegliarti la notte e subire tutte le rimostranze dei tuoi figli!”…il solito cu..o.

Comunque a parte le facili ironie, è proprio vero che mentre la pratica del care giving (approvvigionamento delle cure) è passata lentamente dal monopolio della mamma alla condivisione con il papà, è anche vero che la funzione normativa, quella di stabilire delle vere e proprie regole, prima prerogativa dell’uomo, adesso viene esercitata più spesso dalla donna. Forse oggi la minaccia non è più: “quando viene papà te la vedi con lui”, ma più che altro il monito, anche un po’ complice, è sempre più spesso questo: “se ti vede/lo sa la mamma!!!!

Non si tratta di percentuali tra chi fa di più una cosa e chi l’altra. La parte interessante del seminario è stata proprio questa, ascoltare le testimonianze dei genitori presenti e rivedersi o meno in alcune dinamiche domestiche. Ogni coppia ha condiviso  un progetto educativo per i propri figli. E non c’è stato bisogno di sedersi a tavolino per definire una strategia. Il percorso si delinea man mano che si affrontano le problematiche, si è davanti a delle scelte, discutendo e condividendo le opinioni. Obiettivo comune è il bene del proprio bambino, per raggiungerlo ci sono mille modi diversi che si troveranno con una buona intesa di coppia. Se il progetto educativo non è condiviso da entrambi, oltre che generare frustrazione nei genitori, si rischia di generare confusione nel bambino, che diventa vittima di un braccio di ferro tra mamma e papà.

Anche se i ruoli hanno subito dei cambiamenti, papà e mamma conservano ancora delle specificità importanti nell’esercitare il loro compito educativo.  Il seminario puntava proprio a questo:  a  far emergere, descrivere  e valorizzare le differenze tra le funzioni materne e quelle paterne, entrambe indispensabili il per  bambino che cresce.

Se le mamme hanno la funzione di preservare i bambini da qualunque pericolo nel raggio di centinaia di chilometri, i papà hanno il compito di far loro scoprire il mondo, arrampicandosi sugli alberi, giocando alla lotta, a nascondino, portandoli sulle loro spalle e dandogli una visione dall’alto che loro non hanno. Se i bambini fossero allevati da sole madri probabilmente i più di loro sarebbero bloccati nell’affrontare nuove situazioni, e starebbero sicuri solo attaccati alla gonna della mamma. Di contro se fossero solo i padri ad allevarli, magari ci sarebbe una selezione naturale tra chi sopravvive ai pericoli e chi no. L’ago della bilancia anche qui si posiziona in mezzo.

I bambini più felice e sereni sono quelli che hanno la fortuna di imparare da entrambi i genitori, in egual modo.

Ultima riflessione importante: il cambio di prospettiva. Ma questo non ve lo racconto, lo lascio intuire a voi con due immagini a confronto.

Ieri:                                                                           Oggi:famiglia            csalad

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